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CASTEL DEL MONTE, LA "CAPITALE DEI PASTORI D'ABRUZZO"



Vogliamo inaugurare il nostro blog ricordando una giornata trascorsa a inizio estate nel caratteristico borgo di Castel del Monte, “la capitale dei pastori” d’Abruzzo che, inutile dirlo, stupisce ogni volta per la sua bellezza. Una bellezza semplice, d’altri tempi, che non ha nulla a che invidiare ad altre località turistiche ben più famose.


TORNARE A CASTEL DEL MONTE È SEMPRE UN’EMOZIONE!


Comune italiano di 459 abitanti, il piccolo comune è incluso nella Comunità montana Campo Imperatore-Piana di Navelli e fa parte del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. È considerato un'importante meta turistica e, anche per questo, fa parte del circuito dei "Borghi più belli d'Italia".


Ad accoglierci c’era Davide, il gestore dell’info point comunale, che ci accompagnato tra le vie, gli sdruccioli, le abitazioni antiche e i caratteristici sporti situati all’interno del centro storico, raccontandoci aneddoti e curiosità sulla storia e le tradizioni pastorali del luogo.


Non poteva mancare, ovviamente, la visita all’interno del museo diffuso che si sviluppa tra le vecchie case del nucleo antico e che, attraverso l’esposizione di oggetti e strumenti risalenti al passato, ricostruisce usanze, mestieri e particolari momenti di vita castellana del secolo scorso: dal forno alla filatura, passando anche per la pastorizia.



IL BORGO


Situato nel parte meridionale del massiccio del Gran Sasso, in posizione panoramica sulla valle del Tirino, si sviluppa ad un'altitudine superiore ai 1346 metri sul livello del mare, lungo le pendici meridionali del monte Bolza, con il territorio che si dipana con armonia fino alla parte meridionale di Campo Imperatore, in particolare, nei pressi della località di Fonte Vetica raggiungendo monte Camicia.


Nella zona al di sotto del paese, andando in direzione Calascio, si trova una piccola piana irregolare, la Piana di San Marco, che in passato ha rappresentato la principale fonte di sostentamento agricolo del paese.


LA STORIA


Le testimonianze più antiche in paese fanno riferimento a un primitivo insediamento di origine vestina situato a sud, sul Colle della Battaglia, dove ancora oggi sono ben visibili le tracce di tre fossati circolari e concentrici e delle mura che proteggevano un villaggio, del quale sono stati rintracciati anche i resti di una grande porta d'accesso e di una pusterla.


Distrutto nel 324 a.c. durante la conquista ad opera del Console Bruto Decio Sceva che sottomise i vestini, come riporta Tito Livio nell'VIII libro sulla storia di Roma, venne ricostruito un nuovo abitato nella sottostante piana di San Marco dove ancor oggi si scorgono i resti di un piccolo villaggio altomedievale e di una dell'omonima chiesetta, ricca di epigrafi romane e di elementi architettonici romani e medievali, fino al 1619 sede.


Durante l'invasione longobarda, venne abbandonato, o probabilmente distrutta, e gli abitanti decisero di incastellarsi edificando a nord dell'antico insediamento una rocca denominata Ricetto, ovvero "ricettacolo di genti fuggiasche", che ai giorni nostri rappresenta la zona più antica di Castel del Monte.


Nell'alto medioevo Castel del Monte, come anche i territori circostanti, fu assoggettato ai monaci volturnensi, che facevano capo alla grande abbazia benedettina di San Pietro ad Oratorium, nella piana di Capestrano, passando quindi sotto l'egida dei conti di Celano, degli Acquaviva di Atri, dei Piccolomini di Siena, per un brevissimo periodo ad Alessandro Sforza, ad Ottavio Cattaneo dal 1569 ed infine, nel 1579, ai Medici di Toscana.


Il nome compare per la prima volta in una bolla pontificia di papa Onorio III del 1223 con il nome di Castellum de Monte insieme a Ofena, Villa Santa Lucia, Carrufo e Randino che seguiva le vicende, sotto lo stesso signore, della baronia di Carapelle, che comprendeva oltre a Carapelle Calvisio anche Castelvecchio Calvisio, Calascio e Santo Stefano di Sessanio. Questi borghi, insieme costituivano lo "Stato di Capestrano", di cui seguì tutte le vicende storiche, fino a quando, nel 1743, con la morte di Anna Maria Luisa de Medici, la dinastia si estinse e il principato di Capestrano ritornò come stato allodiale, unitamente alla baronia di Carapelle, a Carlo III di Borbone.


Subito dopo l'unità d'Italia, molti boschi che circondano il paese furono rifugio di bande di briganti che tuttavia tra il 1861 ed il 1865 vennero debellate. Nonostante il relativo benessere raggiunto tra il XVI ed il XVIII secolo, grazie soprattutto alla produzione della lana, dopo l'unità d'Italia Castel del Monte, i cui abitanti erano ancora quasi tutti dediti alla pastorizia transumante ed il patrimonio ovino collettivo del paese superasse i 50.000 capi, si venne a trovare per alcuni decenni in uno stato di isolamento e di arretratezza, superato solo tra gli ultimi anni dell'Ottocento ed i primi del novecento, anche grazie all'opera del sindaco Maurizio Sulli che riuscì in pochi anni a far realizzare molte infrastrutture (come si dice oggi) di primaria importanza, che contribuirono a ridare al paese slancio e vitalità.


Dopo la seconda guerra mondiale però, con la crisi della pastorizia causata dal crollo della produzione della lana italiana, sostituita da lane straniere, più competitive sul mercato, o da fibre sintetiche, una massiccia ondata di emigrazione, soprattutto verso la Francia ed il Belgio prima, e le grandi realtà industriali del nord Italia poi, ha visto il paese perdere quasi i nove decimi della sua popolazione, fenomeno questo purtroppo comune a tutti i comuni limitrofi ed a quasi tutte le realtà della montagna aquilana.


COSA VEDERE A CASTEL DEL MONTE


  • CHIESA DI SANTA CATERINA DI ALESSANDRIA: chiesa del XVIII secolo, situata all'interno del centro storico, fondata nel 1791 e operante fino al 1965;


  • CHIESA DI SAN MARCO: la chiesa Matrice, la più antica e la più importante del paese sede della parrocchia, situata nella parte alta in prossimità della rocca del Ricetto, di cui era probabilmente una cappella. Fino al XVIII secolo era intitolata a San Nicola di Bari, anche se dal 1620 era unita all'antica badia campestre di San Marco. Il primo nucleo risale al XI-XII secolo, tuttavia secondo l'Antinori il primo significativo ampliamento si ebbe già attorno al 1298 per iniziativa di Francesca Troisia, moglie di Corrado d'Acquaviva, che possedeva la "Terra di Castel del Monte";


  • CHIESA DI SANTA MARIA DEL SUFFRAGIO: edificio religioso del XV secolo a navata unica il cui interno, fastosamente barocco, è caratterizzato da un pregevole altare maggiore in legno scolpito e dorato alto 12 metri, sulla cui sommità è collocata una statua "a conocchia" della Madonna;


  • MUSEO DIFFUSO: percorso museale dedicato alla storia e alla tradizione del paese e il cui itinerario prevede la visita al Museo della Pastorizia, allestito in un fondaco originale e dedicato agli usi e costumi degli allevatori di bestiame oltre che alla transumanza, al Museo dell'Arte della Lana, dedicato all'artigianato tessile locale, al Museo della Casa Antica, che ripropone, nell'arredamento e nell'oggettistica, una tipica abitazione castellana, Museo del Lavoro nei Campi, in cui sono raccolti tutti gli strumenti utilizzati per la coltivazione della terra, il Museo del Forno del Ballo, che indaga sull'importanza storica e sociale del forno nel paese.



CURIOSITA'


  • Nel film cult Lady Hawke, con Michelle Pfeiffer e Rutger Hauer, girato prevalentemente nella vicina rocca di Calascio, Castel del Monte appare come il borgo medievale di Aguillon (Aquila nella versione originale).


  • Il paese è visibile anche ne Il nome della rosa, con Sean Connery mentre è la principale location di The American con George Clooney e Violante Placido; in occasione delle riprese l'attore americano ha soggiornato per diverso tempo nel paese.





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